Lettera a Martina

Pubblichiamo la lettera che il nostro iscritto Lucio ha presentato a Martina in occasione dell’incontro che si è tenuto a Brescia venerdì 18 gennaio: un utile stimolo a confrontarci, nel Circolo durante il prossimo incontro del 21, ma anche qui, direttamente sul nostro sito.
Lettera a Martina
Caro Maurizio
Ti scrivo una lettera, prima che da nuovo iscritto ad un Circolo PD molto attivo (Brescia Ovest), da iscritto e militante della sinistra, dagli anni settanta con l’allora PCI a tutte le successive evoluzioni.
Ho quindi visto nascere il Partito Democratico, quella strana creatura con l’aspirazione di mettere insieme storie ed esperienze diverse, ma accomunate da un universo di valori e ideali molto chiari:
I valori della sinistra riformista.
Tutte le cose che non evolvono muoiono
Ti scrivo perché anche se partecipo all’incontro odierno voglio essere sicuro che rimanga traccia di quello che voglio dirti, soprattutto perché i miei figli sappiano che ho partecipato a quello che auspico un rilancio di un PD Idealista senza illusioni, per dirla con John F. Kennedy come tu hai riportato nella tua Mozione.
Valori e idealità sono la base per costruire una visione della società libera, democratica e responsabile.
Voglio lasciare traccia ai miei figli, documentando che combattiamo innanzitutto gli illusionisti che stanno deviando il percorso virtuoso che con fatica abbiamo messo insieme. Hanno preso voti per le promesse di mettere in tasca degli Italiani soldi togliendoli, secondo loro, alle banche e ai potenti. Grazie a questa manovra finanziaria a loro dire fatta con il cuore ci ritroviamo una manovra fatta con una parola diversa che inizia sempre con la C. Questo è accaduto anche con il contributo di nostri errori.
Alcuni di noi ti hanno criticato perché hai chiesto scusa agli Italiani circa l’opera del governo Renzi/Gentiloni ritenendo quello un gesto debole, di un partito senza più una rotta e obiettivi.
Io invece ritengo che tu abbia fatto bene perché per dirla in filosofia
“Tutto ciò che gli esseri umani hanno appreso,
ha dovuto essere imparato grazie a un’esperienza di successive prove ed errori.
Gli esseri umani hanno imparato anche sbagliando”.
Fuller
Ma soprattutto chi riconosce le cause degli errori ha la possibilità di fare tesoro della esperienza ed evitare che gli stessi errori si ripetano.
Questo è indice di maturità e grande senso di responsabilità
Il lavoro è al centro della nostra società lo dice nell’art 1 la costituzione:
L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Quindi anche nel PD l’azione deve essere incentrata sul Lavoro non credi? Ricordiamolo con forza ai populisti che anche se avessero la maggioranza, come effettivamente hanno, la sovranità deve esercitarsi nelle forme e nei limiti della costituzione.
Quindi bisogna avere una linea politica che si richiami ai valori. Come la costruiamo? Con la partecipazione? Nella tua mozioni indichi, riporto integralmente:
Partecipazione: In questo scenario bisogna riaffermare con forza che la relazione con gli altri è una risorsa. Da un’epoca di slegatura dobbiamo entrare in una stagione di rilegatura. Non si tratta di passare “dall’io al noi” annegando le soggettività, ma di affermare il valore generativo delle relazioni. (Martina)
Quindi bisogna creare questa relazione, per costruire una Linea Politica c’è bisogno di partecipazione, per garantire la partecipazione c’è bisogno di una organizzazione o forma di partito che consenta la partecipazione. La pensi così? Ma come certamente sai questo non basta perché bisogna saper comunicare, magari utilizzando tutti gli strumenti tecnologici a disposizione. Concordi che le tre variabili che ho citato, come da schema in cima a questo articolo, devono essere in sinergia tra di loro?
Forma di Partito: Una competente linea politica parte dalla conoscenza: Per acquisire conoscenza è necessario un sistema di comunicazione interno che faciliti l’ascolto nei territori a maggior contatto con i singoli cittadini, ma soprattutto è necessaria una forma di partito capace di attrarre la partecipazione e quindi fare sintesi dei bisogni, delle aspettative, dei valori e degli orientamenti. Questo contatto continuo oltre che con i singoli sarà necessario anche con le associazioni, i sindacati e gli operatori economici, nonché le istituzioni. Si dovrebbe così raccogliere una maggiore conoscenza sui diversi temi che va confrontata con intellettuali, scienziati, mondo della cultura. Sarà quindi necessaria una costruttiva relazione supportata da un sistema efficace di comunicazione. Tutto questo intendi strutturarlo in una forma di partito nuova? Una forma che poggi le sue basi su di una organizzazione capillare nel territorio? Quale il ruolo quindi dei circoli. Circoli inseriti nella comunità dei quartieri nel territorio? E’ Questo che vuoi approfondire?
Saprai certamente che dobbiamo imparare ad essere comunità anche nella rete, un luogo oggi ineludibile per aprire canali di incontro e comunicazione con una larga parte di cittadini, di tutte le età. Ma soprattutto come intendiamo coinvolgere i giovani. La rete oggi è spesso il luogo della semplificazione esasperata, dell’odio e dell’inganno. Spesso è popolata da chi la utilizza per divulgare menzogne e disvalori. Ma la rete può essere anche il luogo di una nuova e proficua comunicazione tra cittadini consapevoli e informati, può essere lo strumento per nuove forme di partecipazione politica e sociale, una modalità per accorciare le distanze tra i cittadini e chi riveste ruoli politici. Bisogna saperla usare, dobbiamo imparare a starci come PD, come soggetto organizzato e collettivo. Per fare questo non ci servono i guru americani delle agenzie di comunicazione: bisogna piuttosto scommettere e investire sul protagonismo, sulla forza creativa, sulla passione di una nuova generazione che può e deve fare la differenza nel nuovo PD che dobbiamo costruire. Concordi?
Come circolo abbiamo realizzato un sito cercando che lo stesso sia coerente con quanto detto sopra. Il suo menu lo testimonia e così strutturato:
Prima il chi siamo, poi la voce partecipa a seguire attività ed eventi e di seguito uno spazio che abbiamo intitolato discuti. Indicando noi alcuni temi ma lasciando la possibilità che questi vengano suggeriti. Attraverso il blog che abbiamo configurato, abbiamo realizzato una piattaforma di comunicazione, quindi una occasione in più per una relazione attiva, rigenerativa come tu hai usato chiamarla. Abbiamo bisogno di ricostruire sedi di ricerca, di riflessione e di elaborazione, aperti alle forze intellettuali e della cultura. Anche l’intellettualità in parte in questi anni di grandi trasformazioni è stata passiva, si è adeguata al costume dominante, si è chiusa nelle proprie carriere scientifiche o di potere. Eppure l’intellettualità italiana conserva in ogni campo personalità di grande rilievo che il mondo ci invidia. Il Partito Democratico deve investire su fondazioni, associazioni, scuole di politica che non servano al leader o al notabile di turno, ma che siano in grado di chiamare in campo le migliori intelligenze, coinvolgendo in questo lavoro nuovo e creativo le tante straordinarie energie di una nuova generazione che spesso vorrebbe partecipare ma incredibilmente non sa come farlo. Queste ultime 8 righe sono riprese dalla mozione di Zingaretti. Penso tu condivida questi concetti, perché caro Maurizio anche se espressi in un altra mozione dimostrano che siamo un partito sano, che trova nei suoi leader più punti in comune di idee che differenze. Per questo a questo PD non gli va cambiato il nome ne il simbolo e vanno rafforzate le attuali strutture (vedi i circoli) e non cercate altre soluzioni organizzative come la Leopolda e Piazza Grande. Ti chiedo inoltre di trasmettere a Renzi (ho già scritto in risposta ad una delle ultime sua NEWS), che nella intestazione della NEWS che mi manda gradirei ci fosse il simbolo del PD e non solo il suo nome. Io l’ho conosciuto dentro il PD l’ho votato due volte alle ultime primarie e ritengo che grazie a lui abbiamo fatto un grande salto. Ma se vuoi farlo lungo devi farlo insieme a tutti noi altrimenti cadi, ti fai male tu e anche noi.
Italia e Europa: il sovranismo è una contraddizione in termini. Abbiamo rinunciato a questo quando abbiamo aderito all’Europa. L’Europa è la nostra casa, non solo perché ci conviene. Chi vuole cambiare questo stato di cose deve avere il coraggio di dire che per acquisire la totale sovranità dobbiamo uscire dall’Europa. E questo che vogliamo??
Giovani e Scuola: senza il contributo e la partecipazione dei giovani alla vita politica non avremo futuro. Senza un futuro per i giovani non avremo un futuro tutti noi. Senza una formazione che tira fuori non solo mette dentro non avremo il futuro della classe dirigente. Senza una scuola che responsabilmente ha a cuore la certezza di essere capace di mettere tutti in condizione di apprendere, non svilupperemo gli Italiani e quindi gli europei che dovranno far crescere la nostra società. La legge Buona Scuola va rivista e migliorata con una concreta partecipazione del corpo docente e degli esperti in formazione. Distinguendo tra i vari metodi il più efficace a far acquisire le competenze ai giovani che nel futuro dovremo esprimere. La rivoluzione digitale accelera la necessità di essere capaci di imparare continuamente a volte anche con l’azzeramento delle competenze sin qui acquisite. Gli strumenti digitali e l’Intelligenza Artificiale mettono sotto scacco le necessità di forza lavoro che gestisce processi semplici a favore di chi può gestire processi più complessi.
Donne: Il mondo, infatti, è abitato da donne e da uomini. Ma ancora largamente prevale il modello unico maschile, nonostante le tante battaglie concrete e la grande produzione teorica del femminismo. Abbassare la guardia espone tutta la società, le donne in particolare, a nuove discriminazioni e marginalità. Al contrario, la battaglia per il riconoscimento delle differenze, se realizzata fino in fondo, produce un generale salto di civiltà nella realizzazione di tutti gli esseri umani, nell’organizzazione della società e nella vita di ognuno. (Zingaretti)
Ambiente: uno sviluppo compatibile con le risorse del pianeta è una opportunità che poggia le sue basi su gli errori del modello capitalista. Come certamente sai questo mette davanti il profitto a tutti i costi anche consumando senza scrupoli le risorse del pianeta. Non c’è sviluppo se non attraverso la difesa e valorizzazione delle risorse naturali, perché l’obiettivo di contrastare il riscaldamento globale, la distruzione del pianeta, di difendere la specie umana e quelle di tutti gli esseri viventi. Ristabilire l’equilibrio dell’ecosistema, sviluppare un’agricoltura non inquinante, proteggere i mari e le foreste, respirare un’aria pulita e salubre, è il vero terreno su cui si può incrementare la ricerca, l’innovazione, un’occupazione nuova e qualificata, un’economia verde che si espande in molteplici direzioni e che crea nuove occasioni di crescita e benessere.
Sviluppo Economico: senza la fiducia tra imprenditori e forza lavoro e senza la integrazione degli obiettivi non si avrà mai una crescita del benessere. Ma soprattutto è necessario condividere quale benessere è sostenibile e raggiungibile. Non c’è sviluppo se non si aggredisce finalmente quello che potremmo chiamare “costo dell’incertezza” che grava sulle imprese che producono e vogliono investire. Un costo determinato da tanti fattori: diffusa assenza di legalità, tempi della giustizia, infrastrutture materiali e immateriali, lungaggini burocratiche e con questo Governo sicuramente l’assenza di visione e strategie chiare. (alcune frasi riportate qui dalla mozione Zingaretti)
Welfare e sanità: senza dubbio siamo tra i più avanzati sistemi di Welfare ma dobbiamo renderlo sostenibilità con una maggiore efficienza e vicinanza delle strutture di ricerca.
Immigrazione e accoglienza: la determinazione della quota di migranti che possiamo accogliere deve essere un valore noto. A questo va aggiunto il valore di solidarietà che può variare comunque in una redistribuzione tra gli altri paesi della UE.
Sicurezza e Difesa: Non c’è sicurezza, se accanto a un miglioramento degli strumenti tradizionali di controllo, non si verifica un salto di qualità nella vita delle città, una rete di solidarietà sociale nei territori e nei comuni, la consapevolezza della misura reale dei fenomeni criminosi, una integrazione delle sacche di emarginati, di poveri o immigrati. Questa è la strada maestra, che già si realizza attraverso le buone pratiche del governo di alcune città, da Riace a Brescia, da Palermo a Milano. Inoltre, non c’è avvenire per l’Italia se non nella realizzazione di un nuovo patriottismo europeo. Perché la nostra grandezza, come di ogni altro Paese del vecchio continente, non è stata mai e tanto meno è oggi il frutto della separazione o del nazionalismo che isola, bensì del perenne scambio con gli altri, dell’intreccio delle culture, delle tradizioni e degli stili di vita, del mischiarsi continuo di etnie diverse. Un’Europa più unita, più integrata nelle sue politiche, indirizzata ad una emancipazione democratica e sociale e un nuovo patriottismo europeo, non umiliano ma al contrario esaltano il meglio di tutte le patrie d’Europa. (Zingaretti)
Quale PD:
Il PD che non volgiamo è quello che si contamina con il “berlusconismo” anti-valori della sinistra. Ricordiamoci gli errori commessi in Campania e Veneto, dobbiamo non ripeterli.
Caro Maurizio, Matteo ha dato una spinta significativa correndo più veloce di tutti e lasciando per strada molte persone chi ci hanno votato, e anche iscritti. Per soddisfare la fame di risultati non si può andare nel mare e pescare a mani nude ma bisogna prima farsi la rete. Spero vivamente che tu stia in questo percorso e penso che non sia possibile che il segretario del PD possa essere anche primo ministro, ne governatore ne sindaco. In una società, quella DIGITALE in cui stiamo entrando, c’è bisogno di maggiore concentrazione, competenze più specifiche e risorse. Sarà difficile coprire incarichi cosi ampi e diversi. Per questo Zingaretti sarebbe meglio facesse il Governatore del Lazio e non il segretario del PD.
Abbiamo bisogno che un congresso mai più sia come questo. Non si può svolgere senza una discussione dal basso e un percorso elettivo che parta dalla base. Tu hai indicato nella tua mozione questo percorso che ti chiedo vivamente di implementare insieme a tutti noi ai diversi livelli del partito.
Caro Maurizio, se sarai Segretario avrai grandi responsabilità, ascoltare e costruire insieme a tutto il PD, la nostra Linea politica, disegnare una forma di partito strumentale a questa logica (la partecipazione garantita).
Sarebbe servito prima un confronto congressuale, una riflessione fondativa che definisca il profilo del PD di fronte alle sfide nuove, un passaggio da costruire con un lavoro unitario. Invece ci troviamo a dover discutere di correnti e mozioni, nessuna delle quali ha consentito un costrutto dell’intero partito, forse il centralismo democratico sarebbe stato meglio come sistema di democrazia interna. Il percorso congressuale si è trasformata in una immediata e rapida conta, cancellando così ogni ipotesi di riflessione strategica e bruciando la possibilità di una correzione di rotta. Nel pieno di una finanziaria disastrosa come quella approvata dal governo giallo/verde.
Prima il paese, poi il partito, poi le esigenze di ciascuno. Questo criterio, per me e per tanti, e spero per tutti noi, è la base stessa della politica. Se noi non teniamo ferma questa sequenza, non siamo più il PD.
Concludo con una breve battuta su ciò che credo sia il senso del restare e del discutere: il partito, la struttura, può essere mal messa. La casa, può essere disordinata e andare in malora, ma se qualcuno rimane poi si risistema. Dopotutto, il PD, che è fatto di strutture territoriali, congressi e militanza, resterà; magari anche solo una sua idea potrà rigenerarlo, mentre i leader passano. Bisogna vedere cosa resta del loro passaggio.
Lucio Cerrito